E' difficile, se non impossibile, rintracciare le origini e l'autore di questa storia popolare nota come “STORIA DELL'ASINO”. Tracce di questa storia le troviamo un po' in tutte le tradizioni popolari e molti autori ne hanno fatto oggetto della loro opera. I personaggi della “storia” potrebbero chiamarsi: Bertoldo, Bertoldino, Chichibbio, Calandrino o nomi meno nostrani, come quelli dati da La Fontaine ai personaggi delle sue favole. Ciò che importa è come la filosofia spicciola e popolare dei tempi passati abbia riconosciuto in questa vicenda la necessità di non abbandonare mai, in ogni impresa, la retta intenzione, ma, nell'amore e nella verità, mantenersi saldi ai propositi originali.
Una lezione ancora valida, che l'arguzia e la saggezza di Monsignor Grisetti,
la penna felice dell'Avvocato Luigi Medici e l'arte espressiva del pittore Albertazzi mirabilmente fusi hanno riproposto alla gente di Trezzo in questi quadri freschi e originali.
La storia è molto semplice. Un uomo e il suo figlio si recano al mercato per comperare un asino. Sulla via del ritorno passano al vaglio impietoso e pettegolo dei paesani che criticano e censurano il loro comportamento.
Protagonista della storia è l'asino, che silenzioso, mite e rassegnato subisce, senza saperne il motivo, le angherie di chi vuole il proprio comodo e che, senza sporcarsi le mani, è sempre pronto a sperimentare nuove soluzioni sulle spalle degli altri. E' l'uomo comune che tira il suo carretto o, secondo altri, il popolo: “Utile paziente e bastonato!”.
Nelle tavole le storie rappresentate sono tre; o meglio, una è la storia ma tre sono le piste di lettura.
La prima, la più evidente, quella che colpisce a prima vista (anche chi non comprende più il particolare dialetto delle didascalie), è quella che emerge dalla raffigurazione: il quadro in sé.
La seconda pista di lettura è fornita dalla didascalia di sinistra che riporta il commento dei paesani.
Ed infine, la terza pista di lettura la didascalia di destra, che riporta una sentenza morale sull'episodio sopra descritto.
Qualche altra osservazione di carattere generale. La figura dell'asino, una bestia del tutto normale, con morso e briglie, con lo sguardo rassegnato e le orecchie basse, quasi orizzontali come le ali di un aereo che attende l'aiuto di una ventata di aria per poter decollare. Un cambiamento della figura la ritroviamo solo alla fine della storia.
Il padre e il figlio cambiano il loro atteggiamento, e qualche particolare del loro vestiario. I nostri personaggi a volte sono raffigurati con la giacca a volte in maniche di camicia. Non possiamo pensare ad una distrazione del pittore, e neppure possiamo pensare che il cammino dei due sventurati avvenga in giorni diversi. Forse però, l'autore, ha voluto indicare il dinamismo della vicenda: lo fa pensare quella pietra miliare del terzo quadro che reca due date, 1904-1933, che altro non è che il cammino fatto da Mons. Grisetti come parroco di Trezzo, un cammino coerente ed unitario, passato attraverso vicende diverse.
I popolani che commentano, criticano, consigliano, condannano ed esasperano i due malcapitati sono sempre tre: forse perché tre è il numero della pienezza -tre fanno un collegio- oppure perché tre sono più di due e qualche volta la forza del numero prevale su quella della ragione e del buon senso.

E' vero anche, d'altra parte, che i personaggi sono tre: ma uno di loro può solo ragliare! Almeno una delle paesane è in abiti di “festa” e porta “l'argent”, cioè la tipica raggiera che adornava il capo delle donne brianzole in certi momenti della vita. E' un particolare da non trascurare e che nella nostra storia riveste una notevole importanza. Ma per capire ciò bisogna ricordare il significato di quella raggiera. Ebbene: quell'ornamento era il dono che il promesso faceva alla fidanzata il giorno in cui veniva stabilita la data delle nozze; e le nubende e le giovani spose portavano quel segno con orgoglio e con gioia. E' dunque un segno di fedeltà! Nei nostri quadri può essere interpretato come un costante riferimento alla coerenze ed alla fedeltà. In alcuni quadri compaiono dei bambini e degli animali che sottolineano particolari aspetti della vicenda....

(dall'introduzione di Mons. Giorgio Pozzi)

 

   
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